60 Minuti con: Bruno Ferrin

Author Martina Acquafredda contributor
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Calendar 15/06/2017
Time passed Tempo di lettura 3 min

C’è un’osteria, a Nervesa della Battaglia, dove si può fare molto di più che mangiare e basta. L’Osteria ai Pioppi è una frasca ― in dialetto veneto le osterie di campagna si chiamano così ― dove si può anche giocare. Anzi, la cosa straordinaria è che si può giocare in un parco giochi gratis. La cosa ancora più incredibile è che questo luna park è anche a impatto zero. Ne abbiamo parlato nella nostra rubrica sui mestieri con Bruno Ferrin, che da 50 anni costruisce scivoli, giostre e tappeti elastici per far divertire i suoi clienti (e i loro bambini).

Come mai hai aperto l’Osteria ai Pioppi?

Commerciavo lieviti per fare il pane, perciò avevo sempre i pomeriggi liberi. Coi fornai si lavora di mattina, durante il pomeriggio loro si riposano. Io e mia moglie Marisa avevamo tanta voglia di darci da fare, e anche di guadagnare qualche soldo in più.

Perché allora non mettere su una frasca, ci siamo detti. Perciò, con un prefabbricato di lamiera in mezzo a un piccolo pioppeto in affitto e due tavolini, con un po’ di vino e un po’ di salumi, abbiamo aperto un’osteria con cucina di quarta categoria.

Da allora siamo cresciuti molto, abbiamo adeguato la struttura e comprato una grande porzione del pioppeto.

Com’è nata l’idea di costruire il primo gioco?

Vedevo che la frasca stava avendo successo, così ho pensato di costruire qualcosa per far divertire i bambini che passavano da noi. Pensavo a una classica altalena. Mi servivano dei ganci, così sono andato dal fabbro di paese. Ma quell’anziano artigiano non aveva tempo per un lavoro così semplice: mi ha indicato la saldatrice e mi ha detto di arrangiarmi.

Al tempo, non avevo mai saldato il ferro, ma da quella prima maldestra saldatura non mi sono più fermato. Ho scoperto che potevo costruire davvero qualcosa con le mie mani, mi ha fatto scoppiare la passione, la voglia di non smettere mai.

Scegli il gioco del tuo parco che ami usare.

È come chiedere a un genitore quale figlio preferisce: è impossibile scegliere, tutti. Vedo che le persone fanno la coda per tutti i miei giochi, senza preferenze, E questo mi rende orgoglioso di ognuno di loro.

L’Osteria è partita con uno stile popolare, alla portata di tutti, e così è rimasta. Perché?

Per me la semplicità è proprio una filosofia di vita. Certamente ci siamo un po’ adeguati nel tempo, la cucina si è ampliata e il menù arricchito, ma la natura popolare è rimasta: con circa 10 euro qui si mangia, e giocare è gratis. Meglio di così.

Mi sono reso conto che è una strada vincente, abbiamo avuto successo e la gente è contenta: mangia bene, si diverte e passa la giornata in mezzo alla natura. In questo mondo dove tutto è tecnologico, computerizzato, dove tutti sono di fretta, è necessario fermarsi ogni tanto. C’è bisogno di avere una prospettiva alternativa.

A fine anno, quando faccio i conti della mia bottega, mi ritrovo qualche soldo e sono felice. Mi accontento, non ho bisogno di essere ingordo e aumentare i profitti. I clienti non mancano mai e se ne vanno sempre contenti, è questo il vero guadagno.

A Million Steps

Ma i tuoi clienti prima mangiano o giocano?

Dipende. Un po’ mangiano e un po’ giocano. Se magari arrivano presto, o la cucina è un po’ intasata, vanno prima a giocare. Poi, quando sale l’appetito, vengono, mangiano e vanno. La cucina è aperta tutto il giorno, perciò si mangia quando si ha fame.

Sicuramente succede che un 5% venga solo per giocare. Ma che problema c’è, viene e gioca. Consumerà la prossima volta.

Quale piatto consiglieresti della tua Osteria?

La casatella ― formaggio crudo freschissimo tipo squacquerone. Ne mangio mezzo chilo saltato in padella con due uova. Per me è un pranzo di nozze; in fondo, io sono nato in tempo di guerra, e i miei gusti alimentari sono davvero semplici.

Ti aiuta qualcuno nella realizzazione delle tue idee?

Da 3/4 anni lavoro con mio nipote Francesco. Progettiamo, costruiamo, facciamo manutenzione e, la domenica, viene anche lui ad aiutarci con la frasca.

La sua gioventù e il suo interesse mi danno molta carica. Cerco di trasmettergli tutto il mio sapere, e vedo che funziona: comincia ad avere le sue idee e a pensare nel modo giusto. Mi dà un sacco di suggerimenti.

Che consiglio daresti a tuo nipote per il futuro dell’Osteria (e a che gioco stai lavorando in questo momento)?

Lavoriamo fianco a fianco, gli scambi di opinione e le occasioni di confronto sono molti. Io cerco solo di condividere con lui i miei pensieri. Cerco di fargli capire che l’idea alla base della frasca è stata vincente, che non serve avere fretta. Ma non posso imporre, dire ‘fai così o fai colà’. Quando questo sarà il suo business farà le sue scelte. Sono certo che si porterà dietro tutte le nostre chiacchierate.

In questo momento stiamo modificando un’idea che avevamo da tempo, ma che non ci sembrava sicura. Una sorta di piccolo calci in culo a quattro posti. Non vedi l’ora di giocarci, vero?

Foto e trailer dell’Osteria ai Pioppi
redits

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