I sogni si possono ― e si devono ― realizzare anche a 80 anni. L’ingegner Dallara ha voluto coronare un desiderio celato dietro centinaia di progetti sviluppati per altri: costruire un’automobile stradale che portasse il suo nome.
Nato nel 1936 a Parma e laureatosi in Ingegneria Aeronautica, inizia immediatamente a lavorare alla Ferrari per poi passare alla Maserati e alla nascente Lamborghini; già questo è un curriculum galattico per ogni car guy di 30 anni, ma per l’ingegner Giampaolo Dallara questo fu solo l’inizio, dato che nel 1972 fondò la Dallara Automobili da Competizione.
Con l’omonima azienda ha prestato consulenza alle più importanti case automobilistiche per vetture sportive stradali e, nel contempo, si è legato a doppio filo alle auto da corsa impegnate nei circuiti di tutto il mondo.
Dalla Formula 1, alla IndyCar americana, alla Formula 2 e Formula 3, alle sport-prototipo del World Endurance Championship, alle auto della European Le Mans Series, proiettandosi nel futuro con la costruzione delle monoposto di Formula E.
In oltre 46 anni di attività è costantemente cresciuta diventando un’eccellenza invidiata in tutto il mondo: talmente unica che nessuno tenta di imitarla, ma i più grandi preferiscono piuttosto affidarsi al bagaglio di conoscenza che solo quest’uomo e l’alchimia creata all’interno della sua azienda, riescono ad esprimere.
“Dalla Lamborghini Miura, alla Formula E: successi in ogni ambito e in ogni epoca”.
Sempre legato alle origini emiliane, l’ingegner Dallara non ha mai spostato la propria azienda da Varano de’ Melegari, paese nelle colline parmensi, a pochissimi chilometri dall’omonimo autodromo: proprio qui si sono recati i dirigenti Porsche, Ferrari, Lamborghini, Bugatti e Maserati quando hanno dovuto realizzare progetti speciali e unici.
Nel frattempo, il grande successo delle monoposto italiane in America nella IndyCar hanno reso necessaria l’apertura della Dallara IndyCar Factory nel 2011 a Indianapolis per crescere nella ricerca e nello sviluppo delle Formula.
Tuttavia, dopo tutti questi anni trascorsi a lavorare per gli altri e spesso dovendo rimanere nell’ombra per patti industriali di riservatezza, il 16 novembre 2016 in occasione del suo ottantesimo compleanno, l’ingegner Dallara ha deciso di comunicare al mondo il regalo che ha voluto fare a sé e a 600 fortunati appassionati: la costruzione della prima auto stradale a portare il suo nome, la Dallara Stradale.
“Il gusto del viaggio per il viaggio”.
Un’anno dopo ― in occasione del suo ottantunesimo compleanno ― è iniziata la consegna delle auto, tra cui l’esemplare numero 001, personale dell’ingegnere: la Stradale nasce proprio dalla volontà del fondatore e dal suo team di ingegneri, desiderosi di mettere a frutto anni di studi su aerodinamica, fibra di carbonio e compositi e sulla dinamica del veicolo, applicandoli a un’auto “stradale” per chi ama la guida.
Essenziale: questa è la chiave del successo della Stradale voluta per riscoprire il piacere di guida. Una sportiva, due posti, bassa, sfuggente nel profilo laterale, con il minimo indispensabile.
Da una barchetta per l’uso in pista a una coupé da usare tutto l’anno: i 600 fortunati appassionati che potranno acquistare la Stradale, avranno la possibilità di scegliere in quale configurazione averla, potendo anche aggiungere un alettone di generose dimensioni per aumentare il carico aerodinamico.
“855 chili e 400 cavalli. Basta questo”.
Ciò che lascia estasiati è l’attenzione del team di lavoro nei confronti di ogni cliente, che ha la possibilità di visitare la fabbrica accompagnato dagli ingegneri Dallara, oltre a poter configurare la vettura direttamente in fabbrica.
E, meraviglia delle meraviglie, l’opportunità di assistere all’intero processo di costruzione del proprio esemplare (che dura di solito una settimana).
Se non è questa una chiara dichiarazione d’amore per il proprio sogno e per coloro che decidono di abbracciarlo, è un auto che racchiude il meglio che noi italiani siamo in grado di fare in campo automobilistico: orgogliosamente italiana, rigorosamente emiliana, figlia di una storia e di capacità che nessun robot potrà mai strapparci.