Alboreto is nothing: Milano-Cortina in due giri di Rolex

Author Viola Franchini contributor
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Calendar 28/10/2019
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Tanti anni fa, quando ancora si guardava al 2026 come alla fantascienza, ci fu un uomo che seppe unire in matrimonio le città di Milano e Cortina con una sola, semplice formula: il suo nome era Guido Nicheli.

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Uomo dotato di fantasia e inventiva, appartiene a una generazione, quella dei cosiddetti figli della guerra, che non avendo a disposizione giocattoli ha cominciato a giocare con le parole. Il vezzo di coniarne o di utilizzare termini sempre originali l’ha portato lontano. Dopo aver imparato il milanese, si è creato un linguaggio tutto suo.

A Million Steps

«Via della Spiga-Hotel Cristallo di Cortina: 2 ore, 54 minuti e 27 secondi.
Alboreto is nothing.»

Un linguaggio destinato a entrare di tutto diritto nella storia del nostro cinema popolare; un codice espressivo che si è trasformato in usanza comune, a tal punto da spingere lo stesso Sindaco di Milano Giuseppe Sala – tra i principali fautori della gara per le Olimpiadi invernali – a fare del celeberrimo “taaac” del Dogui il proprio slogan vittorioso dopo la conquista dei Giochi.

Così fa il suo ingresso sulla scena di Vacanze di Natale ’83, il Donatone Braghetti di Nicheli: una battuta parzialmente improvvisata (la dedica al pilota Michele Alboreto fu una pensata dell’attore) che incarna alla perfezione lo spirito della Milano da bere anni ’80, nella quale i giovani yuppies ambiscono al successo e alle belle donne e gli imprenditori più maturi vanno a caccia di una libidine che si traduce nella nullafacenza del viveur.

Nullafacenza che, con il sopraggiungere delle festività natalizie, non può che essere prorogata: ecco allora figli di papà e “commendatori” volare verso la meta preferita, armarsi di sci e Moncler per sfrecciare sulle nevi dolomitiche e, una volta scesa la notte, riversarsi sulla pista del Vip Club agitando i propri drink sulle note di Maracaibo.

Comicità cialtrona. Pur sempre inimitabile.

A prescindere dalle proprie predilezioni vacanziere, Milano-Cortina rimane un concetto, uno status symbol auto-ironico che resiste ancora oggi, a quarant’anni dalla nascita del personaggio del cumenda. Perché? Come ha fatto l’imprenditore impellicciato Donatone Braghetti, apoteosi del milanese sborone e classista, a insinuarsi nella nostra tradizione colloquiale al pari di un’influenza dialettale? Perché se il sole chiama il whisky, il whisky chiama la pole position?

Primi anni ‘80: le sale di tutta Italia proiettano due film cult destinati a diventare emblema del cinema italiano frivolo e disimpegnato. Estate vuol dire Sapore di mare, inverno Vacanze di Natale ’83. Capostipiti (dignitosi) della (in)fruttuosa dinastia dei cinepanettoni, i due film firmati fratelli Vanzina aprono le porte a una produzione comica bulimica che traspone sul grande schermo la medietà televisiva e tutti i possibili cliché dell’edonismo reaganiano e delle personalità “all’italiana”.

Eppure tali titoli riescono ancora oggi a mantenere viva (stanca, ma viva) la propria aura di operazione-nostalgia nei confronti di un immaginario fanciullesco spensierato e sempliciotto.

Merito allora anche di caratteristi e mattatori del calibro di Guido Nicheli, che con la loro innata esagerazione caricaturale ci spingono a guardare a simili cult con un velato sentimento di malinconia, rimpiangendo una comicità sì cialtrona, ma allo stesso tempo inimitabile.

Foto d’apertura e foto nel testo tratta da Il Post.
redits

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