L’idea di conoscere un pirata. Eric ― per tutti Edward Tatch ― è un ragazzo milanese di origini inglesi, con tante idee sartoriali in testa e voglia di realizzarle. Nella vita lavora da Zegna e nello stile mette insieme il gipsy d’ispirazione piratesca, l’internazionalità londinese e la classe italiana.
Ciao, ci racconti un po’ di te?
Sono Edward Tatch, anche se questo nome l’ho solo preso in prestito: scritto con grafie differenti, si dice fosse il nome del pirata Barbanera. È un omaggio alla mia passione per tutto ciò che è piratesco.
Sono mezzo inglese e mezzo italiano. Ho passato quasi tutta la mia vita a Milano, tranne che per una parentesi londinese di qualche anno. Ma queste mie due metà sono sempre presenti: a Milano mi manca la multiculturalità di Londra, mentre a Londra mi mancano stile e cibo milanesi.
Vista la doppia influenza Italia-Inghilterra, colazione dolce o salata?
Dolce. Cereali e latte. In realtà adoro anche la colazione uova e bacon. Ma solo se fatta bene, e qui a Milano non ho ancora trovato un posto adatto. Sono anche un tipo da tè inglese.
Prova a definire il tuo stile in una frase.
Non posso riassumermi in una frase, ci ho messo anni a trovare questa mia dimensione. Definirei il mio modo di vestire gipsy elegante: adoro ciò che è un po’ etnico, gitano, ma amo anche avere abiti eleganti di sartoria, possibilmente italiana. La trovo meno rigida nelle forme di quella inglese, e questo si abbina meglio a ciò che desidero.
Un brand che segui?
Al momento mi piace molto Tagliatore, incontra i miei gusti. Anche se vorrei sempre cambiare qualcosa in ciò che compro: per questo faccio davvero pochissimo shopping. Preferisco risparmiare per qualche mese e farmi realizzare capi su misura, esattamente come li immagino nella mia testa.
Un accessorio di cui non potresti fare a meno?
Gli anelli. Senza anelli non posso uscire. Ma ho sempre con me anche l’orologio da taschino, che non guardo mai, ma che colleziono.
Un posto che ti è rimasto nel cuore?
La Norvegia: mi piacciono le cose avventurose. due estati fa ho organizzato un tour insieme a un altro ragazzo in giro per fiordi. Li raggiungevamo in barca e poi li scalavamo. È stato davvero bello, una vacanza che consiglio a tutti.
Cosa ti viene in mente se ti dico made in Italy?
Garanzia di qualità. Ciò che ricerca il cliente è questo, in tutti i campi: dalla sartoria agli accessori, passando anche per la cucina.
Prendi un paio di Velasca che ti piace di più: come lo abbineresti?
La Fibbia Singola con la frangia credo stia sempre bene con l’abito blu scuro. La cosa con cui la preferisco di più, però, è lo spezzato che sia allo stesso tempo elegante e casual: jeans sotto e giacca sartoriale sopra.
Che tendenza vedi funzionare l’anno prossimo?
Stanno tornano di moda gli abiti tre pezzi, che negli ultimi anni erano un po’ spariti. E anche i cappotti in stile anni ’30/’40. Sicuramente noto che c’è una maggior attenzione al gusto, anche da clienti da cui non te l’aspetti.
Dove ti vedi tra 5 anni?
Questa è una bella domanda. Vorrei che ciò che faccio nel tempo libero diventasse un lavoro. Mi piace disegnare vestiti. Vorrei un mio marchio: cose belle e fatte bene, adatte e accessibili a tutti. Milano è una città più difficile da cui partire, perché la gente sa vestirsi bene. Forse Londra, ancora da educare, potrebbe essere più adatta per iniziare.