Cara celeste nostalgia

Author Simone Lenzi contributor
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Calendar 27/08/2018
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A cosa si riferisce e che gusto ha il Sapore di mare raccontato dai fratelli Enrico e Carlo Vanzina, quest’ultimo scomparso lo scorso 8 luglio? Distribuito nelle sale italiane nel 1983, il film si articola su due linee temporali: quella del passato, di un’estate in Versilia, a Forte dei Marmi, nel 1962, e quella del presente (presente rispetto al periodo di produzione del film).

“Nonostante la storia sia ambientata quasi completamente nel passato con un breve flash forward finale, ‘Sapore di mare’ è un film che racconta gli anni Ottanta, piuttosto che gli anni Sessanta”.

Enrico e Carlo riflettono sull’eredità lasciata dalla generazione precedente che era stata a suo tempo abilmente raccontata dal padre Stefano, in arte Steno, regista del cinema comico di Totò, Alberto Sordi e delle coppie Tognazzi ― Vianello e Franchi ― Ingrassia, solo per citarne alcuni, e cercano di dare un senso ad un presente di speranze disattese e promesse infrante.

Attraverso una narrazione semplice e diretta, ambientata in luoghi reali dove si articolano le storie di personaggi comuni, i fratelli romani dipingono onestamente il ritratto di una fetta di Storia raccontando le storie di chi l’ha vissuta.

La ricostruzione della memoria individuale dei protagonisti attraverso le loro storie d’amore estive diventa memoria collettiva di un Paese in cui l’estate che pare essere durata troppo poco cede il passo a un gelido inverno.

“Ci troviamo a Forte dei Marmi, Versilia, nell’estate del 1962. Il clima e l’atmosfera sono quelli di un’Italia ingenua che cavalca l’illusione di un boom economico che si sarebbe concluso da lì a breve”.

La spiaggia toscana diventa il luogo d’incontro e confronto delle diverse personalità modellate dalla Penisola: Luca e Felicino da Milano, Paolo e Marina da Napoli, Gianni da Genova e i gemelli Pucci da Firenze trascorrono l’estate tra serate alla Capannina, pomeriggi in barca al largo e feste in villa.

A Million Steps

E poi c’è Susan dal Regno Unito, che si divincola tra i numerosi intrecci amorosi che incarnano la condizione italiana di rincorsa delle realtà straniere più forti del periodo.

Tema ripreso anche dai continui e frequenti riferimenti alla cultura americana letteraria, da Fitzgerald a Hemingway, piuttosto che a quella musicale inglese con Paul McCartney e i Beatles.

L’arretratezza culturale italiana e l’impreparazione nel seguire i modelli di sviluppo stranieri più efficaci è ribadita anche in altri momenti del film.

“Mentre in America ci si batteva per il principio di uguaglianza di genere, per esempio, nell’Italia ricordata e raccontata dai Vanzina, una donna che prende il sole in spiaggia in topless viene arrestata dalle forze dell’ordine mentre un pubblico passivo si gode la scena, e la vista, senza alcun accenno di indignazione”.

Il film dei Vanzina è un astuto ritratto della delusione provocata da una crescita economica precocemente iniziata e bruscamente interrotta, che ha spezzato le promesse di aumento della ricchezza, dell’occupazione e del tenore e della qualità della vita.

Le contraddizioni sorte alla fine del decennio del miracolo, come l’incremento del divario economico e culturale tra il Nord e il Sud del Paese e la convivenza sofferta e forzata dei valori tradizionali in un contesto economico fortemente globalizzato e regolamentato dalle norme capitalistiche, sono espresse dal sentimento dolce-amaro alla fine del film.

“I protagonisti si ritrovano 18 anni dopo sempre alla Capannina, il luogo che maggiormente aveva rappresentato la loro spensieratezza giovanile. Ed è proprio il confronto con il presente, quello del 1983, che getta un tono malinconico sul resto della storia”.

Il locus che in questo caso è anche tempus amoenus svanisce, e con lui anche l’incanto degli amori estivi, lasciando il posto al disincanto e allo smarrimento vissuto dai protagonisti, ognuno a modo suo, dovuto al fallimentare tentativo di adattamento culturale di un Paese ancora fortemente governato da principi e valori tradizionalisti.

Luca e Felicino continuano a vivere nell’illusione di un’eterna giovinezza circondandosi di donne sempre più giovani attratte dal loro patrimonio piuttosto che da qualche imprecisata qualità personale.

Marina ha sposato un altro uomo, ma alla vista di Luca sente il bisogno di andare a parlargli e si commuove quando legge il suo biglietto. Gianni ha sposato Susan nonostante le sue scappatelle.

Selvaggia e Gianni non stanno più insieme; lui, filosofo d’aspirazione e giornalista di professione, non ha ancora trovato la donna giusta. Lei, dopo un divorzio, si è risposata con un venditore di automobili, proprio come Adriana che 18 anni prima aveva sedotto Gianni.

E infatti è Adriana, interpretata da una Virna Lisi quarantasettenne e quindi tesimone della generazione passata, ad incarnare il sentimento tacitamente condiviso da tutti i protagonisti e a rispondere alla domanda iniziale:

“Che gusto ha il ‘Sapore di mare’ raccontato dai fratelli Vanzina?”. Quando il figlio le chiede com’erano i suoi tempi, lei malinconica risponde: “Ci batteva il cuore. Eh, sì! Mi sembra di ricordare che ci batteva il cuore”.

Foto ufficiali del film di The Movie DB
redits

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