Come ci vestivamo negli anni ‘80?

Author Marco Capone contributor
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Calendar 14/01/2019
Time passed Tempo di lettura 5 min

Spalline, colletti ampi, colori accesi, stravaganze ed eccessi: la moda anni ’80, piena zeppa di creazioni ai limiti dell’indossabile, è tornata prepotentemente alla ribalta. La moda di quel periodo in realtà ha influenzato, e influenza ancora, la moda di oggi. E gli stilisti lo sanno bene.

È stato un periodo più che fertile e di grande creatività per quanto riguarda lo stile e il mondo glamour. Ma è vero che, specialmente nella moda uomo, tra yuppie e Paninari, in quel periodo ci sono stati anche look, vestiti, abbinamenti e accessori oggi decisamente imbarazzanti. Per non dire peggio. Niente era mai abbastanza, eccessivo, attillato o colorato, in quel periodo.

“Oggi basterebbe la metà dell’entusiasmo che avevamo noi, vecchi yuppies degli anni ’80, per tirare un po’ su questa Italia”, recita Jerry Calà in Yuppies – I giovani di successo.

Fortunatamente, però, il retrò è stato adattato ai nostri tempi. A giudicare dalle vecchie immagini di attori e musicisti, c’è da tirare un sospiro di sollievo. Proporzioni esagerate di giacche e pantaloni, abbinamenti improbabili, canotte e altri errori.

Eppure all’epoca tutto sembrava così plausibile. Del resto, gli anni ‘80 o li ami perdutamente o li odi alla stessa maniera. Un periodo di estremismi che la moda ha amato moltissimo.

“Tutto doveva essere portato agli eccessi”.

E così, in quel decennio, spazio ad outfit e stili indubbiamente unici. Il massimalismo del 1980 contrapposto al minimalismo del decennio successivo.

Oggi, però, c’è ancora la possibilità di tirar fuori dai nostri armadi qualcosa di quel periodo, forma permettendo. Sì perché lo stile ispirato alla cultura funky è tornato attuale e i capi ipercolorati dai volumi ampi sono ormai all’ordine del giorno.

A Million Steps

Non pensiate, però, che in quel decennio non ci fosse spazio per la classe: è in quel momento storico, infatti, che nascono i primi capispalla decostruiti, destrutturati e con linee morbide ed eleganti, con risultati sensazionali.

Senza dimenticare, chiaramente, le fantastiche bretelle: se oggi siete invitati a una festa a tema e volete fare gli yuppie, non potete dimenticarle a casa. Vietato scordare anche il cardigan da college: lo stile preppy nasce infatti negli anni ‘70 e vive fortemente anche negli anni ‘80.

Uno stile bon ton chic che abbina i grandi classici del guardaroba con capi che sembrano rubati dalle divise sportive. Un lifestyle di alta classe fatto di pochi elementi abbinati tra loro con semplicità. Nel 2014 Enrico Vanzina, intervistato su Cinespresso, recita:

“Si tratta di un’epoca abitualmente considerata superficiale e vuota ma in fondo in quel periodo non si parlava né di crisi né di ‘spread’. Erano gli anni in cui stava per cominciare l’edonismo della cosiddetta ‘Milano da bere’”.

Il power dressing degli anni ’80, insomma, ha fatto scuola. L’aria underground e innovativa degli outfit maschili ha determinato delle vere e proprie tendenze. In effetti, un vero e proprio mantra si elevò in quegli anni: dress to impress.

L’essere stravagante, dandy, appariscente, divenne un must per tutti i personaggi famosi e non. Una filosofia di vita, inevitabilmente, da svilupparsi soprattutto nei dress-code esibiti quotidianamente.

La nostalgia degli anni ’80 e dell’abbigliamento dei Paninari è ovunque, inutile provare a sfuggire all’imponente richiamo: oltre alla moda ha investito il cinema, le serie tv e una serie di oggetti simbolo della tecnologia e del design.

Non a caso, ormai tutti nei mercatini vintage sono alla ricerca di giacche con spalline imbottite e felpe voluminose e colorate. Il capo più indossato è stato, chiaramente, il jeans a vita alta. Al denim non si poteva assolutamente rinunciare, in qualsiasi occasione.

Tra le calzature dei Paninari spopolavano gli stivaletti e le boat shoes, che erano parte integrante della loro divisa di ordinanza.

“Oggi lo scarponcino è tornato a fare la storia del guardaroba maschile, proprio come allora. Lo stile da Paninaro milanese si basava anche sulle felpe o tute in acetato, immancabili sotto il piumino firmato”.

Dagli Stati Uniti a Milano, era un passo: un oggetto da avere negli anni ‘80, capace di tornare prepotentemente anche nelle collezioni odierne.

I Paninari non rinunciavano mai agli occhiali da sole, troppo importanti per identificarsi nella società. Ogni modello eyewear è diventato una vera e propria icona di stile, merito anche del mitico Tom Cruise e della sua interpretazione in Top Gun.

A Million Steps

Anche il look di Don Johnson in Miami Vice ― molto studiato ― ha influenzato non solo quel decennio ma anche i successivi, fino ad oggi. Canottiere, mocassini senza calze, giacche bianche, colori pastello, t-shirt sotto la giacca: l’eleganza bizzarra di Don Johnson era il massimo. Non a caso la serie Miami Vice terminerà nel 1989.

A Million Steps

Ma le vere star di quel periodo italiano sono certamente i Paninari, che vivono l’epoca dell’edonismo spendaccione privo di sensi di colpa, inaugurando il consumismo sfrenato che caratterizza il decennio.

Sono, infatti, i Paninari i primi ad associare la cura del corpo e il viaggio al lifestyle: le mete preferite (perlomeno idealmente) sono oltreoceano, da San Francisco ad Aspen. Ecco spiegato il perché dei coloratissimi piumini da sci e delle giacche da boscaiolo in montone che li hanno resi celebri.

A Million Steps

“Anni allegri e depressi di follia e lucidità, sembran già gli anni ottanta per noi, quasi ottanta anni fa”. Raf (Raffaele Riefoli) in ‘Cosa resterà degli anni ’80’ del 1989.

Foto in copertina da ‘Yuppies 2’ e foto nel tresto dai film ‘Yuppies – I giovani di successo’, ‘Vacanze di Natale’, ‘Top Gun’, ‘È arrivato mio fratello’ di TMDB/LongTake, post link sui Paninari di @amillionstepsmag e video tratto dalla pubblicità Velatissimo del film ‘Yuppies’ da YouTube
redits

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