Se chiudiamo gli occhi siamo già lì. Il suono delle onde, dolce, in sottofondo, una distesa sconfinata azzurra davanti a noi e quella leggerezza che solo l’estate in riva al mare sa dare.
Siamo italiani, dopotutto. Anzi, prima di tutto. E che si nasca in Sicilia o nel paesino più lontano dalle coste mediterranee, per noi l’estate è mare o, in alternativa, piscina, lago, fiume: qualsiasi specchio d’acqua in cui “sciogliere” lo stress dell’anno lavorativo appena trascorso.
Una questione, come ogni anno, s’impone prima di partire per le ferie: quale costume da bagno indosserò quest’anno? Ecco, oggi siamo qui per questo.
La prima sopravvalutata domanda è sempre la stessa: boxer o slip? Puntualmente, ogni estate, la questione si apre anche se un uomo elegante, uno di quelli che non perde la propria raffinatezza neanche in spiaggia, dovrebbe saperlo: questa domanda non andrebbe mai posta.
“L’unica scelta ammissibile per un uomo di buon gusto, come senza dubbio saprete, è indossare un paio di boxer”.
Ma andiamo nello specifico, perché ci sono boxer e boxer. E non tutti sono uguali né tutti ugualmente ammissibili. C’è il modello americano, i bermuda lunghi, esplosi anche in Europa verso la fine degli anni ’90, la cui lunghezza arriva a coprire il ginocchio.
Ci sono i boxer attillati, modello riscoperto nei primi anni 2000, meno sgambato dei boxer, ma molto, anzi, sicuramente troppo, corto.
“Ecco, nessuno di questi due tipi di boxer è il modello che v’inviterei a indossare quest’estate: optate, piuttosto, per un costume di lunghezza media, comunque sopra il ginocchio, e sufficientemente largo da garantire comodità e charme”.
Per una volta, siamo fortunati. La moda degli ultimi anni, dopo il disastro bermuda e shorts attillati, è tornata a guardare indietro nel tempo, a quei classici boxer sopra il ginocchio perfetti per abbronzarsi senza strafare, i costumi da bagno che dagli anni ’60 fino ai primi anni ’90 hanno invaso le spiagge italiane.
Il primo splendido modello di riferimento lo troviamo in un film cult degli anni ’70, quel Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, in cui un giovane Giancarlo Giannini interpreta il marinaio Gennarino che, nelle suggestive spiagge sarde, inizia una particolare relazione d’amore con l’affascinante Mariangela Melato.
Presentato come un personaggio rozzo, sanguigno, Gennarino sfoggia, però, un costume perfetto: tinta unita, lunghezza che arriva a 10 cm sopra il ginocchio, sufficientemente largo da permettergli di muoversi con agilità sull’isola deserta.
Perfetto come il look da piscina di Alain Delon, leggendaria star anni ’60/’70, icona amatissima in Italia, che nel classicone La Piscine, girato tra la Liguria e la Costa Azzurra, sfoggia un costume con splendidi motivi geometrici.
“La lunghezza, ancora una volta, è quella: elegantemente sopra il ginocchio”.
Un altro esempio ben più recente è Chiamami col tuo nome (di cui vi abbiamo parlato), successo del regista italiano Luciano Guadagnino che ha sbancato i botteghini di tutto il mondo nella stagione cinematografica appena conclusa.
Ambientato negli anni ’80, il film presenta scene fotograficamente ed esteticamente molto raffinate. Così come raffinati sono entrambi i protagonisti che indossano costumi da bagno della lunghezza “ideale”, alle volte monotinta, altre volte con motivi geometrici anni ’80.
Occhio, poi, anche ai tessuti: il cotone trattato di qualità resta la scelta migliore. Va bene anche un tessuto tecnico che guadagna in comodità e velocità d’asciugatura ma, attenzione, rischia di perdere un po’ in eleganza. Evitate, invece, i tessuti spugnosi e tutti gli altri la cui qualità è dubbia.
Che la vostra estate sia in barca in Costiera Amalfitana, alle Eolie, in Sardegna, su esotiche spiagge lontane dal Mediterraneo, una vacanza quasi nostalgica sulla riviera romagnola o ferie “alla moda” in Salento, ricordatevi di non strafare.
La bellezza, mai come in questo senso è il caso di dirlo, sta nella misura.