Non sono mai stata una tipa da discoteca, non ho mai ben capito il perché. Ma adoro la musica e la libertà che questa riesce a trasmettermi.
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Qualche anno fa, sono capitata per caso ad una serata in una balera e mi sono divertita un mondo. In balera puoi essere chi vuoi (sì, anche te stesso), ma soprattutto puoi ballare come vuoi, perché l’obiettivo è divertirsi.
Un liscio, per favore.
La balera nasce nel Nord Italia come un locale da ballo, generalmente in periferia o in campagna. Si balla dal tango al ballo liscio, una serata senza eccessi, a due o in gruppo – io di questo format mi sono innamorata. E a quanto pare non sono l’unica. Scopro infatti che, se da una parte il periodo d’oro delle balere è legato agli anni ’40 e ’50, perché già negli anni ’60 i giovani hanno iniziato a preferire le discoteche, in questo ultimo decennio è avvenuta una vera e propria rinascita. Non a caso posti come La Balera dell’Ortica, oggi incantano Milano.
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Una forma contemporanea di balera, rivisitata, ma non stravolta. I perché di questo ritorno sono molteplici: l’atmosfera che si respira, leggera e divertente, insieme ad una forma di socialità autentica, perché legata alla tradizione popolare. Per tutti questi motivi, insieme alla redazione di A Million Steps decidiamo di intervistare Francesca Lonardelli, la fondatrice di Avanzi di Balera, un nuovo format contemporaneo di balera.
«La prima serata che piacerebbe anche a tua nonna.»
La prima volta che dici Avanzi di Balera non puoi non sorridere. Per l’espressione in sé, che racchiude un accostamento tanto ironico quanto immediato. Per l’immagine a cui rimanda: quella, appunto, della balera, che è sinonimo di divertimento e di leggerezza, e non solo estivi. Sì, perché Avanzi ti fa ballare in tutte le stagioni, senza sosta, con “musica che sa di muffa, sudore e luci al neon”, come si legge sulla pagina Facebook.
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“Come è nata l’idea di Avanzi?” chiedo curiosa a Francesca “è nata nel 2009, con la prima festa per raccogliere dei fondi per il Premio Buscaglione, sotto il cielo di Fred – il premio italiano dedicato ai giovani talenti musicali – che si sarebbe svolta nel 2010. In quegli anni avevo letto la biografia di Fred e ne ero rimasta affascinata, lui aveva fatto gavetta nella balera, questa cosa mi ha subito conquistato”. Già, Fred Buscaglione irrompe sulla scena in un momento in cui la musica leggera italiana era ancora legata a motivi dei decenni precedenti o a rime banali, e canta canzoni completamente diverse, come “Che bambola!”
Una scelta che è partita dal gusto personale, che poi è la chiave di numerose storie belle, prima ancora che di successo.
Dagli anni ’50 al nuovo Millennio: se nel periodo di Buscaglione le balere ospitavano soprattutto le mazurke, Francesca ha rivisitato il format, rendendolo più attuale. Come? (e la domanda mi sorge spontanea, perché questa cosa della ricerca musicale mi ha sempre affascinato) – “Ho semplicemente pensato a quello che mi sarebbe piaciuto ascoltare: la musica degli anni ’60, da Adriano Celentano a Caterina Caselli, i famosi urlatori e poi il rock italiano”.
Un mix che in un attimo è diventato esplosivo, e che anima le serate di Avanzi di Balera da ormai 10 anni. “In questi anni il format di Avanzi è cresciuto tantissimo, inizialmente grazie al supporto e alla presenza dei nostri amici. Poi, nel giro di un anno, siamo arrivati a 600 persone, perché il format piaceva e attirava un target alternativo, non da discoteca. Ti basti pensare che Lo Stato Sociale è passato da noi nel 2013”.
Fermi tutti, facciamo un passo indietro. Ma il nome (semplicemente geniale)? “Fu un parto” mi racconta Francesca “la scelta non è stata immediata, anzi. Poi, un giorno, ci siamo imbattuti in una scritta sul muro, avanzi di balera appunto, che veniva usata come espressione da numerose compagnie di teatro e cabaret”. Io annuisco, ma soprattutto bleffo; non lo sapevo. Riesco però ad andare avanti, spinta dalla mia curiosità e dal mio desiderio di ascoltare.
Perché da Avanzi l’obiettivo non è menarsela, ma divertirsi, e se resti fuori dispiace un po’ a tutti.
Da Torino ad altre città il passo è breve, e avviene a ritmo di musica: gli organizzatori di Avanzi incontrano infatti i ragazzi che gestiscono il Locomotiv Club a Bologna, e iniziano ad organizzare feste anche lì. “Poi è arrivata Milano” continua Francesca “dove siamo fissi al Serraglio, mentre a Torino siamo fissi sia all’Off Topic che all’Hiroshima Mon Amour, oltre che al Bunker”.
E durante l’estate? “Ci chiamano in giro per sagre e feste, sono settimane divertentissime per noi. Occorrerebbe scegliere dei nuovi posti con più capienza, per far entrare più persone”. Sì, perché da Avanzi l’obiettivo non è menarsela, ma divertirsi, e se resti fuori dispiace un po’ a tutti.
E come la balera di un tempo, tendenzialmente di estrazione popolare, questa è sicuramente una serata “per tutti”: “Considera che il nostro slogan è la prima serata che piacerebbe anche a tua nonna. Direi fascia di età compresa tra i 20 e i 50 anni, con picchi tra i 25 e i 35, il nostro approccio è molto accogliente, inclusivo”.
Ora mi viene in mente la classica domanda dell’uovo e della gallina – che per pudore non pongo a Francesca – e mi chiedo “ci viene naturale quello che ci piace, o ci piace quello che ci viene naturale?”. Nel dubbio, io sono felice di aver scoperto un’altra storia bella, ma soprattutto so dove fare serata il prossimo mese. Chissà che non passi Lodo.