Due chiacchiere con: Daniele Siciliano

Author Matteo Todisco editor
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Calendar 02/11/2017
Time passed Tempo di lettura 3 min

Interprete di uno stile italiano sobrio e minimale, Daniele Siciliano è finito per lavorare in un’importante Casa di moda, quasi per caso. Da amante dei mocassini con nappina è arrivato a comprare le sue prime Velasca perché in cerca proprio del colore delle nostre Cavadent ― modello che ha oggi ai piedi. Per la nostra rubrica sui clienti Due chiacchiere con, siamo andati a conoscerlo nel suo quartiere preferito di Milano per capire tutti i suoi gusti nello stile (e non solo).

Ciao Daniele, come sei capitato nel mondo della moda?

Ci sono arrivato con un percorso non molto lineare. La storia è che giocavo a calcio e, a causa di un infortunio, ho dovuto smettere. Per una serie di eventi mi sono trovato a fare l’indossatore per un po’ di Case di moda ― Zegna, Armani e Ferragamo su tutti. Zegna è stato il primo grande amore ed è l’azienda-famiglia che mi ha dato la possibilità di crescere.

I primi passi li ho fatti come specialista del “su misura” seguendo i vari negozi del brand. Col tempo sono passato alla gestione della distribuzione: prima Italia, e oggi Europa ― Londra è la mia principale destinazione al momento.

Come fai colazione?

Sarei nettamente per il salato ma ci vuole tempo e tranquillità. E la mattina sono sempre di fretta, tra la confusione in casa con la mia ragazza e il nostro cane da portare fuori. Nel weekend riesco a mangiare salato, ma in settimana faccio colazione con un caffè veloce e via. Cerco di dormire il più possibile.

A Million Steps

Come interpreti il buon gusto all’italiana nel vestire?

Sono uno che non ostenta mai, soprattutto nei dettagli. Per me il buon gusto è sobrio e minimale. Puoi indossare una giacca importante, o anche quella vintage che ti ha lasciato il nonno, ma tutto fa l’educazione e il portamento nel vestire. L’atteggiamento fa tanto.

Se dovessi dirmi un personaggio dello stile italiano del passato e uno di oggi?

Il primo della lista è Mastroianni. E poi mi piace molto lo stile dell’avvocato Agnelli. Guardando ai giorni nostri e a quello che succede intorno a me, invece, noto che ci sono sempre più persone ― anche poco conosciute ― che sanno esprimere l’eleganza maschile. Basta andare in giro per Milano per capirlo. Oggi faccio il nome di Toni Servillo ne La grande bellezza. Un vero maestro nel portare scarpe e giacche.

Una rivista che ti piace leggere?

Il magazine di Mr Porter mi piace davvero tanto. Di solito è posizionato di fronte al divano quasi fosse un pezzo di design; è un bell’oggetto da avere in casa e collezionare.

Raccontami di un posto a Milano che ami.

Sarà perché ci vivo e passo tanto tempo,a non cambierei questa zona con nessun’altra in questa città. Sto parlando di: Brera. Mi piace passeggiare per le vie strette, e fermarmi nei cortili per leggere o ascoltare musica in cuffia. In più, qui giri ovunque in bicicletta. Se poi ti chiedi agli stranieri che passano di qui ti dicono che è un quartiere unico al mondo.

Dove porteresti la tua ragazza a cena?

La porto, spesso, a La Brisa di Milano. Entri da una via quasi nascosta e, quando arrivi lì, il ristorante sembra quasi una trattoria.Ha un cortile stupendo e molto piccolo: vialetti e alberi ovunque. Il tutto è incorniciato da dei muri molto alti. Non sembra quasi di stare a Milano perché sei immerso in questa corte di palazzi con alberi tutt’attorno. Un posto magico.

Cosa ti piacerebbe fare da grande?

Da piccolo avevo il sogno di diventare un calciatore. Ma poi sono cresciuto e ho imparato ad apprezzare molte altre cose: per esempio, amo cucinare. Mi piacerebbe aprire un piccolo ristorante dove poter mischiare vari mondi: m’immagino un posto che sia a metà tra un negozio e bistrot. Dove poter passare tanto tempo lì dentro.

A Million Steps
Foto di Ludovico Bertè
redits

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