Due chiacchiere con: Gerardo Cavaliere

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Calendar 08/11/2018
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Questo magazine è fatto dai creativi di Velasca. Perché ve lo diciamo? A un anno e mezzo dal primo articolo pubblicato, abbiamo capito che la cosa non è così scontata per tutti i lettori di A Million Steps. Ed è un bene perché ciò significa che il modo di lavorare velato, e così poco commercialmente sfacciato, funziona. Qui troverai tante storie, che non ti venderanno scarpe.

Per la rubrica dedicata ai clienti del brand ― Due chiacchiere con ―, oggi vi presentiamo l’intervista a Gerardo Cavaliere, trentunenne originario di Foggia che vive a Milano da quattordici anni. Appassionato di stile e startup, ha fatto della relazione con quest’ultime il suo lavoro.

Ciao Gerardo, come si organizza una giornata da freelance?

Mi sveglio presto e faccio una bella colazione a casa o con fette biscottate e marmellata oppure con cereali e latte di riso. Poi doccia, e inizio a rispondere alle email. Provo a pianificarmi gli appuntamenti per la mattina, così per pranzo faccio sport.

Il pomeriggio torno in ufficio che, per me, è un desk in uno dei coworking che giro. A cena torno a cucinare a casa e poi spesso ho il calcetto con gli amici, oppure una bevuta sempre in compagnia.

A Million Steps

Quindi cucini. Hai un piatto forte?

Da buon pugliese, so cucinare le polpette. È stata mia nonna, campana trapiantata a Foggia, a insegnarmi la ricetta sia per quelle col sugo sia per quelle bianche.

Sei tra i clienti di Velasca che identificano di più il ‘Lifestyle Italiano’, il motto del magazine. Che cos’è per te?

Sobrio, fine ed elegante. Per molti sembrerà di vestirsi in modo banale; invece significa saper rimanere su dei toni pacati. Per fare un esempio: una camicia a righe sotto una giacca fantasia non può funzionare. Ci sono troppe cose diverse abbinate insieme. E poi, ‘Lifestyle Italiano’ vuol dire sentirsi a proprio agio con quel che s’indossa.

Consigliaci un film da vedere (e rivedere).

The Family Man con Nicolas Cage. Mi piace questa doppia visione di come un uomo si possa sentire arrivato. Dalla Ferrari alla sua vita normale. L’avrò visto 50 volte, e racconta di come un uomo (forse) abbia bisogno di vivere entrambe le cose?

Dove ti faresti fare un abito su misura?

Senza alcun dubbio, da Eduardo De Simone, maestro del su misura che ho conosciuto personalmente quest’anno; mi ha fatto quest’abito che ho su oggi. Per far capire il valore di quest’uomo rispetto ad altri, per prendere le misure dell’abito ha fatto due prime prove, due seconde prove e una terza prova.

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Facciamo che non hai davanti dei milanesi: se venissimo in città a fare shopping per un giorno, dove ci porteresti?

Anche se non sono uno che va in giro a comprare cose molto spesso ― sono più una persona da poche uscite ma sostanziose ― vi porterei a The Store in via Solferino. Lì c’è tutto quello che serve.

Hai una vacanza in programma e una regione d’Italia da scegliere: dove andresti?

In Sicilia e, più precisamente, a Catania e a Palermo. Lì vicino ci sono dei posti meravigliosi, tutti da scoprire e dove fare il bagno. Ci vado spesso e continuo ad andarci. Scopello poi è magica.

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E se fosse un weekend, come ti sposteresti?

Prendo la mia Triumph e vado in giro nei tanti posti attorno a Milano. Questa è già la mia (prima) moto dei sogni, che vi confesso ho desiderato per tanti anni. A sognare, nel mondo delle auto, mi piacerebbe guidare un Porsche Targa di ultima generazione.

Lasciamoci con stile: come li abbini i tuoi Chelsea?

In relazione alla stagione, li metto sia in modo sportivo con un paio di jeans e un maglione (o dolcevita), sia con un abito, per sdrammatizzare un po’. Il contrasto col classico in moto, poi, funziona.

Tutte le foto dell’intervista sono del nostro Ludovico Bertè
redits

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