La 308 rappresenta una delle ultime “vere” Ferrari concepite dal Drake, Enzo Ferrari, quando era ancora lui – nel bene o nel male – a prendere le decisioni; parte della sua celebrità la si deve alla presenza sul piccolo schermo in Europa e negli USA, nella serie di Magnum P.I. (Private Investigations) in cui l’investigatore impersonato da Tom Sellek scorrazzava per le strade dell’isola hawaiiana di Oahu.
Magnum P.I. guidava quasi sempre la sua 308 senza il tetto, sia per esigenze di scena ma soprattutto perché la statura dell’attore Tom Sellek mal si adattava con l’abitacolo sacrificato della Ferrari; nonostante ci si cali nel sedile assumendo una posizione quasi sdraiata (molto sportiva, sentendosi piloti di Formula 1) lo spazio è ridotto… nel pieno rispetto delle caratteristiche delle supercar. Sterzo duro, assenza di elettronica ed il classico cambio Ferrari con il selettore a vista particolarmente ruvido, sono tipici di un’esperienza di guida d’altri tempi.
La 308 rappresenta una delle ultime “vere” Ferrari concepite dal Drake, Enzo Ferrari.
La 308 per i figli degli anni ’70 e ’80 rappresenta “la” Ferrari e trovandosi davanti il cavallino rampante al centro del volante si torna bambini, quando la rossa 308 della Burago era uno dei giocattoli più comuni; è stata una delle Ferrari più diffuse, prodotta dalla casa di Maranello in tanti esemplari per quasi 15 anni (tra 308 e 328).
È entrata nell’immaginario di tutti noi per le linee dirompenti ad opera dell’ingegner Leonardo Fioravanti (designer per Pininfarina) che nel 1975 fissò il perfetto rapporto tra rotondità e spigoli: segnò l’inizio delle berlinette di Maranello con il V8 posteriore, coupè o con tetto asportabile, ed è stata la prima Ferrari ad essere impiegata nei rally, con un certo successo.
Magnum in realtà se la spassava alla grande: era ospite del proprietario (Robin Masters) di questa grande e magnifica proprietà in cui disponeva di una bellissima villa e della famosa 308 GTS (S sta per Scoperta) con targa personalizzata “Robin1”, guidata rigorosamente col vento tra i capelli, spesso con un secondo passeggero appollaiato tra i due sedili.
È stata una serie di successo prodotta dal 1980 al 1988, arrivata in Italia con due anni di ritardo, proprio a marzo; non è quindi stata una sola la 308 protagonista del telefilm, ma sono state tre le auto che hanno seguito l’evoluzione della produzione Ferrari: per la stagione numero 1 si usò una prima serie a carburatori da 255cv, che avrà sicuramente dato i noti problemi di avviamento per cui dalla seconda stagione alla sesta si preferì la versione ad iniezione con potenza inferiore, ma di gran lunga più utilizzabile; infine, nelle ultime due stagioni Magnum guidava una 308 Gts Quattrovalvole del 1984.
Nacque in vetroresina poi dopo meno di mille esemplari la produzione continuò con la carrozzeria in metallo. Dietro all’impiego della fibra di vetro non si capì mai se fu una scelta per l’alleggerimento in ottica agonistica – motivazione ufficiale – oppure se i tempi ristretti per gli stampaggi della lamiera contrastavano con la necessità di introdurre velocemente sul mercato il nuovo modello, rimpinguando le casse Ferrari.
La 308 aveva una sorella minore, depotenziata per sfuggire alla tassazione delle auto più inquinanti introdotta con l’austerity degli anni ‘70, la 208: uguale in tutto e per tutto, ma con un motore V8 la cui cilindrata era stata ridotta a 2000; questa è anche nota come la Ferrari meno potente di sempre (155cv) a cui si dovette correre ai ripari con l’adozione del Turbo, una moda degli anni ’80 quando i motori turbocompressi dal motorsport vennero impiegati nella produzione di serie, permettendo di raggiungere i 220 cavalli. Nel 1985 la 308 venne sottoposta a quello che oggi definiremmo un restyling ma che all’epoca venne presentato come un nuovo modello, la 328: le modifiche riguardavano principalmente la cilindrata che venne aumentata da 3000 a 3200 ed alcune linee figlie degli anni ’70 che vennero svecchiate per permettere alla rossa di Maranello di rimanere sul mercato fino al 1989, anche per rispondere alla buona richiesta negli Stati Uniti dove la popolarità del modello rimaneva alta grazie proprio alla presenza in tv.
In tv era usuale vedere la 308 di traverso, in derapata, con le gomme fumanti, impegnata in inseguimenti e scene di guida estrema, tuttavia la potenza non elevatissima, le gomme a spalla alta ed i freni sottodimensionati nella guida reale ne fanno una splendida gran turismo da non mettere troppo sotto stress. Il sound, però, vale da solo tutta la vettura: l’8 cilindri Ferrari emette una sinfonia inconfondibile che – con il tetto aperto – si ascolta come un brano di musica classica… e si avrebbe sempre voglia di sentirlo cantare dai 5000 giri in su ma, ovviamente, non è sempre possibile.
Allora, quando ci si trova in città e non si può sentire cantare il motore, Ray Ban Aviator, camicia fiorata, radio accesa e sigla di Magnum P.I…