Giù il sipario: ti raccontiamo il Festival di Sanremo ‘di una volta’

Author Stefania Clerici contributor
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Calendar 04/02/2020
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Dal 4 all’8 febbraio le tv, le radio e tutti i mezzi di comunicazione si fermano per lasciare spazio alla musica del Festival di Sanremo. Quella di quest’anno sarà la 70esima edizione, condotta da Amadeus e già al centro di chiacchiere e polemiche prima ancora di iniziare… In attesa che lo show cominci, ecco qualche curiosità sulle edizioni passate – e in fondo trovi la nostra playlist di canzoni che hanno fatto la storia del Festival.

 

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Dalla Capannina all’Eurovision

Sì, proprio “quella” Capannina. Non tutti sanno che la prima edizione del concorso canoro della canzone italiana si svolse nel 1948 in Versilia. Solo nel 1951 si trasferì nella cittadina ligure, dove per i primi anni fu allestito nella sala delle feste del casinò, prima di approdare definitivamente nel Teatro Ariston, che ospita da sempre le serate di gara, ad eccezione del 1990 quando il Festival si spostò al Palafiori di Valle Armea.

A Million Steps

La kermesse nacque da un’idea di Angelo Nicola Amato e di Angelo Nizza: avendo registrato ampi consensi di pubblico, diventa uno degli eventi più attesi e seguiti in poco tempo sia in Italia e che nel resto d’Europa, tanto che nel 1956 ispirò la nascita dell’Eurovision Song Contest.

Nella prima edizione, condotta da Nunzio Filogamo, vinse Nilla Pizzi con la canzone Grazie dei fiori. Le prime tre edizioni furono di Festival ascoltabile solo alla radio, si deve attendere il 1955 per la prima diretta televisiva della RAI, in bianco e nero, e il 1977 per il primo Festival a colori in Italia (all’estero invece era già visibile dal 1973, questo perchè la tecnologia PAL arrivò nel nostro Paese in ritardo di 10 anni).

Ai tempi il Festival era piuttosto diverso da come lo conosciamo oggi, sia per esigenze produttive che di organizzazione.

Playback o non playback. Questo è il problema.

Fino al 1971 le canzoni in gara erano eseguite da due cantanti in sere diverse, solo nel 1972 l’artista e la canzone in gara diventano un binomio inseparabile. Anche l’orchestra entra in campo solo alla fine degli anni ‘80: prima le canzoni erano eseguite su una base registrata o, ancora peggio, erano in playback per esigenze televisive. Da ricordare sul tema playback, che nel 1964 era ancora bandito, l’affaire Bobby Solo che eseguì, a causa di una laringite, Una lacrima sul viso in un playback che gli costò la squalifica.

Emblematica in tal senso la protesta di Vasco Rossi che, durante la sua esibizione nel 1983 – quando il playback era obbligatorio – abbandonò il palco prima della fine di Vita spericolata, lasciando che la registrazione suonasse da sola senza lui sul palco. Proprio per questo il regolamento dal 1990 impose l’esecuzione dal vivo dei pezzi, bandendo il playback.

Playback non obbligatorio però per gli ospiti, a cui spesso venne chiesto di fingere i cantare: proprio nel 1984 i Queen sbarcano a Sanremo per presentare Radio ga ga, ma l’imposizione del playback non piacque a Freddy Mercury che durante l’esibizione decise di svelare il trucco allontanando diverse volte il microfono dalla bocca.

Parlando di ospiti extra gara da ricordare che due grandi della musica italiana, Baglioni e Venditti, non hanno mai partecipato alla gara: nel 1985 spopolava Questo Piccolo Grande Amore, senza un Baglioni in classifica, e così nel 2000 fu per Venditti.

Un palco, una protesta

Nel 1961 Adriano Celentano cantando 24 mila Baci girò le spalle al pubblico durante la sua esibizione in segno di protesta e nel 1978 Rino Gaetano e la sua Gianna fanno scalpore perché per la prima volta in un brano del Festival viene pronunciata la parola “sesso“. Ma lo shock arriva nel 1986 con Loredana Bertè che si presenta sul palco con un pancione finto, con lo scopo di denunciare la condizione della donna.

Proprio perché non è solo un Festival, ma uno spettacolo televisivo con risvolti di costume sulla società italiana, offrendo uno spaccato di vita della contemporaneità a 360 gradi, anche i personaggi famosi sul palco, sia ospiti che presentatori, fanno parlare non poco di sé: è il caso del bacio appassionato tra Roberto Benigni e Olimpia Carlisi nel 1980, bacio che diventerà un leitmotiv delle ospitate del comico in tv. O anche quello del 1995 in cui Pippo Baudo interrompe la trasmissione per salvare un aspirante suicida che minacciava di lanciarsi dalla galleria del Teatro.

A far parlare, dicevamo, non solo le persone ma anche le canzoni, spesso al centro di dibattiti e, strano a dirsi, anche con episodi di censura: tra i casi più famosi quello di Massimo Troisi, che nel 1981 si rifiutò di partecipare come ospite perché gli organizzatori gli imposero di non parlare di alcuni argomenti ritenuti tabù come la religione, la politica e il terremoto, e quello di Lucio Dalla che nel 1971 fu costretto a modificare il suo pezzo nel titolo e nel testo: da Gesù bambino, ritenuta troppo blasfema, a 4 marzo 1943.

Citando poi date e numeri, ecco qualche chicca per i più appassionati di statistica e cifre:

La più giovane ad aver vinto è stata Gigliola Cinquetti che con i suoi 16 anni ed il brano Non ho l’età ha trionfato nel 1961, mentre l’artista più anziano ad ottenere il posto più alto del podio è stato l’allora 67enne Roberto Vecchioni nel 2011.

L’edizione più seguita fu quella dell’87, con il 68,71% di share, mentre quella meno vista fu quella del 2008, con il 36,56%. Nel record troviamo Pippo Baudo come presentatore, che ha condotto il Festival della canzone italiana per ben 13 volte nel corso degli anni: la prima volta nel 1968 e l’ultima nel 2008. Sul podio poi Mike Bongiorno che lo ha condotto 11 volte, e Nunzio Filogamo, sul palco dell’Ariston 5 volte.

A vincere più Festival di Sanremo nella storia della musica italiana sono stati, a pari merito, Domenico Modugno e Claudio Villa. Entrambi, infatti, vinsero il Festival della Canzone italiana per ben 4 volte: Domenico Modugno si aggiudicò il primo posto nel 1958 con la canzone Nel blu dipinto di blu, nel 1959 con Piove, nel 1962 con Addio… addio… (brano svolto insieme a Claudio Villa) e la sua quarta vittoria, nel 1966, con Dio, come ti amo. Claudio Villa, invece, conquistò il podio del Festival nel 1955 con Buongiorno tristezza, nel 1957 con Corde della mia chitarra, nel 1962 insieme a Modugno e nel 1967 con Non pensare a me in coppia con Iva Zanicchi.

A Toto Cutugno il record dei secondi posti, ben 6: nel 1984, 1987, 1988, 1989, 1990 e 2005 in coppia con Annalisa Minetti. Per Peppino di Di Capri e Milva invece il record di presenze: in gara per 15 volte! Segue Al Bano, 14 volte al Festival da solo o con l’ex moglie Romina Power.

Se questo articolo non ti è bastato per tornare indietro con le canzoni che hanno fatto la storia del teatro Ariston – ma soprattutto della nostra musica! – abbiamo selezionato per te una playlist che lo saprà fare molto bene. Bene, ora tira fuori le cuffie.

redits

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