‘Into the Wild’ all’italiana: il Lago d’Avino

Author Marco Tamborrino contributor
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Calendar 11/09/2017
Time passed Tempo di lettura 3 min

Ci siete tu, la montagna e nient’altro. Quando le giornate al lavoro cominciano a diventare simili a quelle in una catena di montaggio, dov’è la routine a vincere, potresti aver bisogno di staccare dalla città, dai colleghi e, soprattutto, dal portatile. E allora, perché non andare a fare una bella passeggiata, da solo, Nelle terre selvagge?

In Piemonte c’è n’è una di quelle che si ricordano per tutta la vita. È quella che porta al Lago d’Avino, uno specchio d’acqua di origine glaciale che si trova sull’Alpe Veglia. Vedrai paesaggi straordinari: in estate le vette sono ancora innevate, il Lago è sulla via del disgelo e spesso la neve copre il sentiero, rendendo l’itinerario più divertente e imprevedibile.

A Million Steps

Si parte da Ponte Campo, poco dopo San Domenico di Varzo (provincia di Verbania). Sin dall’inizio il sentiero passa a fianco di spumeggianti cascate che si tuffano a valle. La pendenza è subito impegnativa e aiuta a scaldarsi le gambe. A un certo punto s’incontra una piccola cappella e, da quel momento, si prosegue in piano per un bel tratto di strada.

Poco dopo la cappella ci si ritrova esattamente al confine meridionale della conca del Veglia, un’ampia piana di montagna a 1750 metri d’altezza. È un luogo magico, inaccessibile d’inverno, le poche case sono abitate solo durante l’estate. Data la salita impegnativa per raggiungere la piana, gli escursionisti che può capitarti d’incontrare non sono mai troppi.

“L’itinerario dice di superare, ancora una volta, il torrente Cairasca ammirando la grandezza del monte Leone, che ci accompagnerà per quasi tutta la gita”.

Si prosegue, seguendo il cartello per il Lago d’Avino, e si attraversa Cianciavero, una decina di case in pietra ammassate una accanto all’altra; abitazioni antiche, alcune in rovina, costruite decine di anni fa da coraggiosi pionieri di montagna. Sullo sfondo, si stagliano le vette innevate che custodiscono il lago.

Tra le case si nasconde una fontanella d’acqua. Conviene rinfrescarsi e riempire la borraccia. L’acqua a queste altezze è freddissima e viene direttamente dai ghiacciai in disgelo.

Dopo Cianciavero si sale sempre di più, lungo un sentiero che attraversa fitti boschi in penombra. Ecco, poco più avanti, le Marmitte dei Giganti: sono pozzi glaciali causati da torrenti che si tuffano impetuosi in alcune cavità della roccia. Si chiamano così perché un tempo si credeva venissero usate dai giganti per scaldare i loro cibi.

A Million Steps

Si rimane ad ammirarle per qualche minuto, increduli che la loro profondità sia davvero quella indicata dalle guide. Da fuori questa profondità non si percepisce, sembra di essere davanti a un semplice stagno. E invece quelle acque sono profondissime.

Si superano le Marmitte e si incontra un bivio. Uno dei due sentieri porta direttamente sotto la diga del Lago, l’altro fino a un’altura da cui è possibile ammirarlo da una posizione privilegiata. Prendendo quest’ultimo, il percorso assume subito una pendenza significativa.

“Poi il sentiero piega a sinistra e inizia ad arrampicarsi tra la vegetazione. La salita è tosta”.

La neve comincia a essere un po’ ovunque, e ben presto nasconde il sentiero alla vista. Si sale dritto per dritto, spesso camminando sugli arbusti, facendo molta attenzione a non scivolare. Si intravede la fine della salita, un centinaio di metri più alto. Prima di affrontarli si può prendere fiato, dare un morso (ma anche due) a una barretta di cioccolato e scattare qualche foto.

A Million Steps

Una volta superato l’ultimo dislivello si arriva nella conca che ospita il lago. Davanti svetta maestoso il Monte Leone innevato. La grandezza della montagna è tutta lì, nei dettagli che gli occhi riescono a cogliere, nei massicci che si perdono all’orizzonte, nella mente che non riesce a concepire questa immensità.

“Il Lago d’Avino non si vede subito.
Ma ecco la conca: ora basta poco per immaginarlo”.

La vista del Lago è il punto più alto della passeggiata, sia letteralmente che emotivamente. Ci si siede su una roccia, si apre lo zaino e si addenta un panino. Se la giornata è bella farà caldo, nonostante l’altezza. L’estate è il periodo perfetto per godere del Lago da soli e in silenzio. Le probabilità di incontrare altri escursionisti sono davvero poche.

A Million Steps

Dopo una breve sosta sulle sponde del Lago arriva il momento di prendere la strada del ritorno. Tornando a valle, si può prendere il sentiero che passa per il Lago delle Streghe, una pozza d’acqua azzurra circondata dai larici.

Ora sei quasi alla macchina, cominci a riaccendere il telefono e a riattivare i primi contatti col mondo. Capisci che la pausa nella natura è finita. Ma hai quel sorriso ancora stampato in faccia, perché sai che questa passeggiata sarà stata solo la prima di una lunga serie.

Foto di Marco Tamborrino
redits

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