La gara più corta al mondo è in Italia

Author Enrico Rondinelli contributor
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Calendar 19/06/2017
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L’Emilia Romagna ― soprattutto Bologna ― è conosciuta come il cuore del motorismo d’eccellenza mondiale. Il capoluogo emiliano ha dato i natali a Maserati ― azienda che dopo oltre 100 anni porta ancora il tridente del Nettuno sul cofano delle proprie auto ―, Lamborghini, OSCA, Abarth, Ducati, oltre alla miriade di aziende che hanno venduto i propri prodotti in tutto il mondo. Per non parlare di quei piloti famosi e i loro meccanici, eclettici.

“Da oltre un secolo, le più importanti competizioni motoristiche passano sotto le Due Torri: nel 1927 c’è il Gran Premio nel Circuito di Bologna, tra le strade dei Giardini Margherita. E fino al 1957: ‘la corsa più bella del mondo’, la 1000 Miglia”.

Bologna è anche la città in cui si è svolta la gara in salita più lunga d’Europa, la Bologna-Raticosa, tappa centrale del Campionato Europeo della Montagna, tra gli anni ‘20 ed il 1969.

Negli anni ’60 e ’90 è stata organizzata la salita Vergato-Cereglio che, tra l’altro, è Prova Speciale del Giro d’Italia automobilistico che nel 1979 passò anche per piazza Maggiore per un riordino delle auto in gara tra cui tanti campioni quali Villeneuve, Patrese, Alboreto, Brambilla, Rohrl, Merzario.

A Million Steps

Ma andiamo un po’ indietro: è il 15 luglio 1956, la prima edizione della gara in salita più corta al mondo, la Bologna-San Luca. Una competizione di meno di due chilometri che si corre a fianco dei portici ― tipici bolognesi ― attigui alla strada per la chiesa, creando una magnifica tribuna “naturale”. Nell’edizione ’57 la San Luca vanta oltre 200 iscritti al via, tra cui molti specialisti delle cronoscalate.

“L’ultima edizione originale, quella del 1958, vede la possibilità di competere, non solo con le auto, ma anche con i primordiali go-kart. Poi il vuoto per molti anni, forse troppi”.

La San Luca si svolge come prova speciale del Rally Petroniano nel 1982, poi sporadicamente come prova di regolarità in manifestazioni di auto storiche. Ma con poca attenzione da parte delle autorità, impegnate a seguire il GP di Formula 1 a Imola oppure i rally che si svolgevano durante il Motorshow di Bologna.

Con l’intento di restituire alla città di Bologna un evento legato alla tradizione motoristica, orfana da troppo tempo di una gara in grado di attrarre gli appassionati di motori e di ciò che la Motorvalley ha creato, nel 2004 ― dopo 46 anni ― è tornata in vita la Bologna-San Luca, grazie all’impegno dell’imprenditore Francesco Amante, sulla strada di San Luca si è tornati a correre con le auto storiche, proprio come una volta.

Tanta gente accalcata alla partenza sotto l’arco del Meloncello poi affacciata fuori da ognuno dei 300 archi che portano al Santuario della Madonna di San Luca, punto di arrivo della cronoscalata.

A Million Steps

Sempre con l’obiettivo di raggiungere la vetta del colle della Guardia, l’immenso progetto architettonico è costruito tra il 1706 ed il 1715 per proteggere i fedeli che dal centro della città salivano al santuario.

Prima a piedi, poi con le prime automobili a inizio ‘900, poi con le auto di tutti i giorni romanticamente trasformate in auto da corsa togliendo le coppe ruota e i paraurti negli anni ’50 e infine oggi, con le splendide storiche che viaggiano a velocità nettamente superiori rispetto a un tempo.

A Million Steps

E pensare che il record del 1958 per scalare i due chilometri è della Maserati A6GCS di Odoardo Govoni in un minuto e venti secondi. Oggi, con delle autostoriche più moderne ― degli anni ’70/’80 ― il cronometro si ferma sotto il minuto e 5 secondi.

“Ancora oggi, la San Luca è un’occasione rara per ammirare questi capolavori di tecnica e stile. La folla si accalca sempre lì, alla curva delle orfanelle: un doppio tornante molto ripido che, si narra, sia il punto chiave della gara”.

In realtà, è solo un punto molto spettacolare sia per la scenografia che per i possibili errori in cui possono incappare i piloti di oggi ― come quelli di ieri ― a bordo delle loro Alfa Romeo, Maserati, Ferrari, Osca, Porsche, oltre alle tantissime 500 e 600 abarthizzate che riempiono lo schieramento di partenza. Ancora lì, nella gara più corta del mondo.

Foto di Nicola Biondo e Gianni Mazzotta
redits

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