È una bella storia da raccontare perché parla di giovani con un sogno e con un obiettivo. Giovani che credono in determinati valori e, con entusiasmo e tenacia, portano avanti la propria passione.
Vedendoli separatamente non direste mai che possano essere soci perché si trovano sempre agli antipodi, apparentemente. In realtà se hanno deciso di intraprendere insieme quest’avventura i punti in comune ci sono eccome ma, si sa, come in tutte le coppie ci sono dei ruoli ben precisi da rispettare.
Davide Riparbelli ed Enrico Spaggiari sono i padri della RS Historics, team di auto storiche da loro fondato ad Albiate ― a pochi chilometri dall’autodromo di Monza ― nel 2013, dopo essersi conosciuti anni prima mentre entrambi si formavano nei maggiori team inglesi.
Classe ’82 Enrico e classe ’83 Davide, poco più che bambini avevano entrambi il desiderio di conoscere da vicino il mondo delle corse storiche per cui durante le vacanze estive, quando entrambi erano studenti liceali, passavano alcune settimane di formazione in Inghilterra.
Davide presso il team di Simon Hadfield, colui che sarà il suo mentore nella carriera a venire, Enrico presso il Classic Team Lotus, a coronamento della grandissima passione per il marchio inglese e per le corse, tramandatagli dal padre.
“Davide ed Enrico hanno scommesso su loro stessi, aprendo in Italia un team per far correre le più belle auto storiche”.
Il destino ha voluto che i due ragazzi italiani si siano conosciuti mentre i rispettivi team britannici erano in trasferta a Monza per la Coppa Intereuropa del 2002: entrambi pensavano che l’altro fosse straniero per cui hanno iniziato a dialogare casualmente in inglese, salvo poi scoprire che stavano vivendo esperienze molto simili.
Nel 2004 Davide si trasferisce stabilmente in Inghilterra e ci rimarrà fino al 2009, sempre pronto ad imparare dall’esperienza di Simon Hadfield nei più importanti eventi europei di motorsport storico: dal Tour de France, a Le Mans Classic, alla 6 ore di Spa al Gran Premio di Montecarlo.
Sempre lo stesso anno, invece, Enrico inizia a correre con la Ford Mustang, prima nelle gare in salita poi nei campionati italiano ed europeo di velocità in pista che successivamente affronterà con le sue amatissime formula: una Cooper Bristol Formula 2 poi una Cooper T53 Formula 1, che nel 2011 gli regalerà il titolo assoluto nel campionato britannico dedicato alle formula storiche pre ’66.
Per entrambi il bagaglio di esperienza accumulato in Inghilterra è stato fondamentale: è risaputo che la terra inglese sia un punto di riferimento per tutti i malati di auto storiche e di motorsport; per Enrico e Davide, la vita trascorsa oltremanica tra le storiche ha significato imparare cosa significa la cura per i dettagli, la passione per l’originalità nei restauri e nelle preparazioni, la metodologia e l’approccio estremamente professionale nella preparazione di un’auto da corsa storica.
La struttura di un team “all’inglese” era il comune obiettivo dei due ragazzi, la cui mentalità è da sempre stata più anglosassone che italiana, nonostante entrambi amino auto nostrane, Alfa Romeo e Maserati ad esempio, uniche per raffinatezza costruttiva e tecnologia. Racconta Davide:
“Erano auto vincenti all’epoca e sarebbe bello riportarle al successo tra le storiche. Mentre purtroppo attualmente sono state superate da altre auto ― inglesi e americane ― che all’epoca prendevano la paga ma oggi sono state evolute e sviluppate grazie ad una maggiore flessibilità e costi più sostenibili”.
Anche in questo caso, noi italiani siamo i migliori a creare, a innovare, poi non sappiamo mantenere e valorizzare. Bellissime le auto su cui ha lavorato Davide, dalla Cobra ex ufficiale che corse la 24 ore di Le Mans del 1963, alla Lola T70 con cui corse il campione di formula 1 Dennis Hulme.
Altrettanto speciali le auto che dal 2012 assieme a Enrico hanno portato nel garage della scuderia RS Historics: una delle poche Alfa Romeo Giulia GTA rimaste nelle competizioni poi la grande passione di Enrico, la Lotus 21 Formula 1 pilotata dal grande Jim Clark. Già il garage, sede del team è uno splendido tuffo nel passato: una vecchia industria meccanica della Brianza rimasta con le travi a vista e le finestre con infissi di legno a quadri.
“Una volta entrati, Davide indossa il camice blu d’ordinanza”.
Ma facciamo un passo indietro: nel 2012 senza mai essersi persi di vista, Enrico e Davide scommettono sul loro sogno comune di fondare in Italia un team per auto storiche con quella cultura e quella competenza che l’Inghilterra ha regalato loro.
Mixando Inghilterra e Italia, è nata la RS Historics in cui Davide si occupa della preparazione e della gestione delle auto ― il direttore tecnico ― mentre Enrico ricopre il ruolo di direttore sportivo potendo mettere a frutto la profonda passione per la storia che si nasconde dietro ogni auto da corsa storica. Ad oggi la RS Historics è l’unico team nel suo genere, concentrato solo sulle storiche in Italia.
Strano che due giovani siano più appassionati di storiche più che di moderne? No (o almeno non per chi scrive e per tanti ragazzi che rimangono affascinati dalla diversità di ognuna, nelle forme, nei rumori, nella tecnologia).
“Vedendole correre, o ancora meglio mettendoci le mani, non si può non rimanere stregati da ciò che questi oggetti mitici sanno trasmettere; molto più delle efficientissime ma personalizzate moderne”.
In questi anni il Team ha riportato i due soci a calcare la scena degli autodromi in cui fino a una decina di anni fa andavano a supporto degli inglesi: Montecarlo, Spa-Francorchamps, Silverstone, Paul Ricard, campionato Peter Auto, Masters Historic, HGPCA, campionato italiano ed europeo Rally, portando a casa un primo, un secondo e un terzo posto alla 6 ore di SPA, numerosi podi con la Morris Mini Cooper S pilotata da Andrea Stortoni, con la Chevron B9 Formula 3 di Federico Buratti e con la Ford Mustang del socio, Enrico Spaggiari.
In un mondo in cui tutto corre veloce, liquido, unicamente focalizzato sull’immediato c’è bisogno di esempi del genere: consci che gli inizi non sono facili poiché la mentalità e l’ambiente italiano non è l’Inghilterra, Davide ed Enrico con tenacia proseguono dritti verso l’obiettivo, portando a casa le prime soddisfazioni.
Negli anni a venire gli impegni aumentano e le ambizioni pure, come di consueto, diverse tra Davide ed Enrico: il primo, proprio come il suo maestro in Inghilterra, vorrebbe diventare il punto di riferimento tra le auto storiche in Italia ― e non solo ― mentre il secondo ha tanta voglia di indossare ancora il casco e portare alla vittoria la sua Lotus Formula 3, con i colori della RS Historics.