C’è un’altra idea di vacanza: quella che vira verso mete nuove e prevede zaino in spalla, scarponi e un abbigliamento molto resistente. E il brivido che solo un’avventura inaspettata riesce a darti.
Le possibilità sono infinite, che siate tipi da lunghe camminate, escursionismo, campeggio, trekking o da attività più estreme come arrampicata, free climbing o vere e proprie scalate verso le vette più alte.
Anche in questo caso, però, un uomo non può dimenticarlo, l’eleganza si porta in viaggio. Sì, anche a 1000 o più metri di altezza. Insieme, naturalmente, al miglior equipaggiamento disponibile, la conoscenza dei luoghi da esplorare e la meraviglia del lasciarsi sorprendere.
Perché la scoperta del mondo verticale, il piacere dell’ascesa e della conquista, di una vetta così come di un luogo incontaminato più facilmente raggiungibile, è una corsa con (e non contro) il tempo, è dedicarsi nuovi spazi. E nuovi occhi. Come direbbe chi lo fa con passione:
“è uno stile di vita”.
Quel fascino tutto racchiuso in una famosissima frase, assurta a simbolo di libertà e amore per la montagna, pronunciata da uno dei più grandi alpinisti italiani di tutti i tempi, la leggenda Reinhold Messner:
“Sulle cime io non lascio mai niente, se non, per brevissimo tempo, le mie orme che il vento ben presto cancella”.
All’esploratore-pioniere si affianca oggi la figura del moderno scalatore (gli americani lo chiamano cyber top climber), giovane impiegato, libero professionista o imprenditore che sia, che vive la città durante la settimana aspettando con trepidazione il weekend per godersi le sue avventure outdoor.
E ce n’è per tutti i gusti, e a ogni latitudine. Dalla verdissima Valle di Mello, nella Bassa Valtellina, affascinante nei suoi quieti prati alpini, impervia nelle sue vette che superano i 3000 metri; passando poi per le pareti di roccia rossa a strapiombo sul mare della Sicilia occidentale, e per l’ambitissima meta per l’arrampicata sportiva.
Dalla valle del fiume Sarca con oltre 500 percorsi già scoperti, a Capo Palinuro, in Campania, immersi nel parco nazionale del Cilento, per un’arrampicata sulle falesie che circondano il panorama del “Gigante addormentato”.
Per non parlare, poi del paradiso dell’arrampicata tra la Valle dell’Orco, che si affaccia sul parco del Gran Paradiso, Rocca Sbaura, quasi un parco giochi per scalatori, ricca di rifugi immersi nella tradizione storica di questa ambitissima meta.
Delineato l’affascinante profilo di questo esploratore contemporaneo e i luoghi dove si orienterà, proviamo a definirne lo stile.
L’eleganza che lo contraddistingue la porta con sé dalla città, rinunciando a qualche convenzione di troppo per dar spazio a un’anima più libera, più selvaggia.
Mi sento di sconsigliare, oltre che per questioni di gusto, anche per sicurezza e praticità, il look canotta e pantaloncini alla Sylvester Stallone in Cliffhanger (il Rambo versione montagna lo lasciamo volentieri agli americani), per guardare agli esploratori e sportivi di casa nostra: su tutti, naturalmente, il già citato Reinhold Messner.
Elegante nello stile di scalata, così come nell’abbigliamento, ad alta quota, stimato dagli uomini, amatissimo dalle donne, si concedeva camicie classiche, talvolta anche molto estrose, nelle sue uscite pubbliche.
“In montagna, non rinunciava mai alla maglia di lana, consapevole del fatto che fosse il tessuto migliore da tenere sulla pelle durante avventure come le sue”.
Ad oggi, neanche la realizzazione di tessuti tecnici ha eguagliato la duttilità, e l’eleganza, dei tessuti naturali (lana e cotone su tutti).
E poi pantaloni, rigorosamente lunghi, resistenti, pratici e comodi per ogni movimento (divieto assoluto d’uso di jeans), giacche solide ma morbide (sempre nell’ottica di un movimento il più possibile libero), una taglia in più in modo tale da vestirsi a strati (regola fondamentale della montagna, qualsiasi sia la quota).
Discorso a parte meritano le calzature: scarpe outdoor alte e leggere per sentieri facili e forestali; scarpe da trekking, di ottima qualità, nelle zone intermedie (percorsi rossi); scarponi da montagna (adattabili con ramponi) sempre adatti, unica soluzione possibile per le scalate da professionista ad altissima quota.
Come ben sapeva Messner, maestro e, leggenda per generazioni di avventurieri dagli anni ’50 a oggi, filosofo della montagna come avventura, brivido ed emozione ma anche come luogo intimo e contemplativo. A soli ventiquattro anni Messner scriveva:
“Adesso calza gli scarponi e parti. Io sono già in cammino, preparato a tutto, anche a tornare indietro, nel caso ch’io m’incontri con l’impossibile”.